L’endometriosi è una malattia molto diffusa; si stima infatti colpisca circa 3.000.000 di giovani donne Italiane in età fertile, manifestandosi in forma dolorosa tanto da diventare a volte addirittura invalidante.
La vita delle pazienti affette da questa malattia, oltre ad essere caratterizzata da dolore cronico con conseguente disagio, è altresì colpita dall’impatto di un uso massiccio e prolungato di farmaci e da percorsi sanitari tutt’altro che chiari e univoci. A ciò possiamo aggiungere che le pazienti non godono di alcuna tutela lavorativa ed economica con spese che, per una donna affetta da endometriosi, si aggirano indicativamente tra i 500 e i 2000 € all’anno, tra farmaci, diagnosi e terapie.
La pandemia ha ulteriormente esasperato diseguaglianze e difficoltà di accesso alle cure, sia in termini di liste d’attesa che di difficoltà economiche; basti pensare che i costi privati, secondo le stime, sono in aumento per 1 paziente su 2, mentre 1 su 5 è stato purtroppo costretto a rinunciare alle cure per motivi economici.
L’endometriosi, per essere compresa e curata, va affrontata assieme a differenti specialità mediche: ginecologia, reumatologia, psicologia e nutrizionista. Fondamentale è inoltre l’apporto del fisioterapista e dell’osteopata a supporto della sintomatologia dolorosa, in quanto possono migliorare la funzionalità del pavimento pelvico, ridurre il dolore durante i rapporti e in generale la sintomatologia dolorosa, o riequilibrare le funzioni gastrointestinali. Da ciò nasce la possibilità di ridurre l’utilizzo di farmaci da parte delle pazienti, con effetti positivi in primis sulla loro salute ma anche sulla riduzione dei costi sanitari.
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